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Pillole di sapere

Ferritina

 

Che cos’è la Ferritina?


Nell’organismo di un uomo adulto si trovano circa 5-6 g di ferro (Fe) che sono fondamentali per un processo basilare che va sotto il nome di eritropoiesi, cioè la formazione dei globuli rossi.
Circa un quinto del ferro è rilevabile a livello plasmatico, mentre il resto si trova in depositi a livello tissutale.

Poiché il ferro in forma libera può avere effetti tossici estremamente pericolosi, questo importante elemento non circola nell’organismo come tale, bensì in forme che lo rendono “sicuro”: circa il 70% del ferro lo si ritrova nell’emoglobina, mentre il resto è presente, oltre che in enzimi respiratori, sotto forma di transferrina (cioè un complesso dato dallo ione Fe 3+ e da una proteina globulare) o di ferritina, un complesso proteico in cui il ferro è combinato con una proteina detta apoferritina,
composta da varie subunità disposte in modo da proteggere il ferro in posizione centrale.

Per questo motivo, dunque, la ferritina costituisce una forma di deposito del ferro che può essere utilizzato per sintetizzare nuovi globuli rossi.

 

Come capire se si hanno livelli alterati di ferritina?

Come detto all’inizio, il valore della ferritina è uno dei parametri presi in
considerazione quando si eseguono le analisi del sangue.

Un valore della ferritina inferiore alle attese, soprattutto se associato ad alterazioni dell’ematocrito ed a livelli bassi di emoglobina, è un aspetto da valutare con attenzione con il proprio medico.

Alla base di questa carenza possono esserci varie cause, che possono essere fisiologiche, temporanee o patologiche. Un calo della ferritina, ad esempio, si verifica in seguito a delle emorragie (dall’epistassi alle emorroidi fino alle ferite causate da incidenti o alla perdita di sangue causata dal flusso mestruale) ma, come detto, è anche abbastanza comune durante la gravidanza.

Quando si parla di iperferritinemia si indica una condizione per la quale il ferro è presente nel sangue in valore superiore ai livelli fisiologici con il rischio di formare depositi a livello di organi ed articolazioni.
Ciò non è necessariamente causato da problemi di grave entità, ma è comunque opportuno cercare di capire la causa di tale condizione, che può causare dolori addominali o agli arti, accompagnati da un senso di spossatezza e di mancanza di forze (astenia) ed in alcuni casi portare anche a forme di diabete (tipo II).


Come intervenire per riportare la ferritina nei limiti?

In caso di livelli bassi di ferritina, una volta identificata la causa è senz’altro opportuno procedere ad una integrazione.

Questa può avvenire essenzialmente in due modi, il primo dei quali riveste una grande importanza ed è rappresentato da una ottimizzazione della dieta. Numerosi alimenti sono molto ricchi di ferro e tra questi troviamo, ad esempio, le lenticchie (i legumi in genere) o la carne di cavallo, ma non bisogna dimenticare l’apporto anche del pesce e della frutta.

L’integrazione diretta di ferro può essere un’opzione, soprattutto quando la carenza riscontrata è molto accentuata. In tal caso è possibile ricorrere a vari tipi di integratori, che saranno suggeriti dallo specialista.

Se invece si è in una condizione di iperferritinemia una prima contromisura riguarda la dieta, nella quale è opportuno ridurre il consumo degli alimenti ad alto contenuto di ferro, nonché quello di alcool.

Laddove sia necessario, è possibile ricorrere anche all’utilizzo di farmaci che legano il ferro e ne consentono l’eliminazione (ferrochelanti) e nei casi di estrema necessità possono essere anche impiegate procedure più invasive come la flebotomia.

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